Monday, May 01, 2006

Troppe vacanze

A volte, dopo una giornata intera fuori, in università, o in archivio per la tesi, mi piace l'idea di tornare a casa, farmi una doccia, mangiare, guardare il televideo, e anche un po' di televisione... a volte, però, forse perchè soprattutto quando passa l'inverno, sento che starei in giro fino a che davvero fa buio.
E invece questo mese di aprile mi ha dato forse troppi giorni di vacanza, giorni oltretutto spesso di maltempo. Mi sono concesso molti giri in bicicletta, certo, ma tutto mi ha lasciato addosso un torpore che non riesco a far andare via e un senso di inadeguatezza che da tempo non provavo.
Oggi sono andato a visitare la Chiesa Rossa e i dintorni, per poi spostarmi alla Casa del Sole, angoli di Milano in cui ho mi sembra di aver lasciato come delle tracce - che sicuramente dovrò presto tornare a recuperare.
Domani finalmente si ritorna alla mia luce quotidiana.

Friday, March 31, 2006

Febbre da mercatini di libri

Sarà che ho cominciato, attraverso la tesi, lo studio di una collana editoriale dei primi del 900... sarà che sono sempre stato un forte lettore... Sarà che ho un fratello, che oltre ad essere lettore è anche un forte acquirente di libri... ma ultimamente, casa mia è stata letteralmente invasa di libri, con una particolarità: la maggior parte di essi proviene da svariate bancarelle o da polverosi scaffali di usato.
Non so, ma provo un piacere incredibile a cercare titoli interessanti, o anche edizioni diverse da quelle che già possiedo. Oppure vere e proprie particolarità. Se non casi straordinari; come per esempio quello riguardante un libro di Massimo Gezzi, giovanissimo poeta marchigiano.
L'ho conosciuto - letterariamente parlando - durante la rassegna "Parole Urbane" che ogni anno Stefano Raimondi organizza alla Libreria Utopia, a Milano, e devo dire che sono rimasto subito folgorato da alcune sue modalità di scrittura e dal rapporto che instaura con i temi trattati. Ebbene, io sapevo che l'unico libro da lui pubblicato era "Il mare a destra" (Edizioni Atelier), così vado alla libreria Archivi 900 e lo ordino... attendo pazientemente quasi due settimane e il giorno in cui vado a ritirarlo, prima di tornare a casa, faccio una scappata in un fantastico negozio di usato (cd, libri, dvd e quant'altro) in via Cesare Da Sesto... e cosa trovo? Una miniera di libri di poesia di piccolissimi editori... spulcio un po' e che trovo? Proprio l'opera prima di Massimo Gezzi - "Che il chiarore mi addormenti" (L'Albatro Edizioni) - con all'interno addirittura una lettera dello stesso autore indirizzata ad una rivista....
Insomma, coincidenze magiche, direi. In un libro nuovo questo non mi sarebbe di certo mai accaduto...

Sunday, February 19, 2006

Una nuova vita nel mio ecosistema

Nel mio ecosistema BeachWorld (vedi qualche post in basso), è finalmente nata una nuova vita!
La piccola lumachina, che andava su è giù sulle pareti dell'acquario, non è più sola! All'improvviso, è apparsa una lumachina ancora più piccola che va avanti e indietro sulla superficie dell'acqua... dato che non l'avevo mai vista prima d'ora (e possiedo l'ecosistema da quasi quattro mesi), penso proprio che sia nata dall'altra lumachina che, infatti, è ermafrodita e può riprodursi anche da sola!
Purtroppo (ma giustamente, perchè la sovrappopolazione li ucciderebbe tutti!) i gamberetti non potranno riprodursi perchè i costruttori di Beachworld non hanno fornito l'oro dei luoghi bui dove appartarsi...
Ma sono comunque molto felice di questo nuovo arrivo: è stato improvviso e molto molto gradito.. :-)

Monday, February 13, 2006

Ultimo semestre di lezioni della mia vita

Mercoledì comincerò a seguire gli ultimi 4 corsi universitari... della mia vita. Sono già impegnato fino al collo nella tesi - qualcuno dice che ne sono addirittura ossessionato - e la logica mi avrebbe detto di sostenere questi esami da non frequentante... eppure... è l'ultima occasione che ho nella vita di vivere da studente: prendere appunti, chiacchierare con i vicini, aspettare la fine della lezione precedente fuori dall'aula. Sono tutte cose che mi mancheranno. I quattro anni e mezzo trascorsi in università sono stati sicuramente i migliori della mia vita: ho conosciuto tantissime persone. Ho stretto amicizie forti. Alcune si sono rotte. Ma comunque ho dei ricordi meravigliosi... Chi come me studia all'Università degli Studi di Milano, non può non aver passato pomeriggi interi nei chiostri, o al parco della Guastalla, o in giro per il centro... Inoltre, la vita da studente, coi suoi orari flessibili, i buchi tra le lezioni, mi ha permesso di girare giornate intere per Milano, magari da solo, per scoprire vie, negozi nuovi, luoghi particolari... Chissà quale lavoro troverò, ma sicuramente non avrò più il tempo di stare a zonzo, di restare ore al tavolino di un bar!
Così ho deciso che l'ultimo semestre della mia vita, sarà un semestre da studente in tutto e per tutto... le lezioni mi accompagneranno fino a maggio, quando sparirà la voglia di frequentare, per poter stare fuori al sole...
Una mia amica ha detto: "E' finito il tempo delle mele!". E mi sa che ha ragione... e quando ti accorgi che le cose stanno per finire, sale la nostalgia prima del dovuto - proprio come adesso.

Sunday, January 29, 2006

La nevicata del 2006

Mia Martini cantava "La nevicata del '56", a Roma... Milano ha visto i suoi due giorni di neve il 26 e il 27 gennaio del 2006.
E io - che detesto la neve, il freddo - li ho vissuti, mio malgrado, entrambi in prima persona, là fuori, con cappellino e ombrello:
il 26 per una giornata di lavoro itinerante per la città - la mattina, uscito di casa alle 8,30 e vedendo i primi fiocchi cadere, mi son davvero maledetto per avere accettato quell'incarico!! - e il 27 per far compagnia a mio fratello, costretto a recarsi in Università per rispondere all'appello di un esame - che fortunatamente, visto il nostro sforzo, non è stato poi annullato come molti altri!
Devo dire che in certi momenti ho anche voluto bene a questa neve... Anche durante la scorsa nevicata, mi sembra verso fine dicembre, avevo vissuto dei bei momenti, passeggiando solitario in Parco Sempione. Tanto che ho buttato giù alcune immagini che forse, tra non molto, diventeranno poesie...
Avevo già pensato alla neve altre volte e soprattutto alla neve di città... Mi chiedevo perchè la neve che cade sulla terra nuda fosse affascinante, materna, mentre la neve che cade sull'asfalto mi apparisse ossessiva, carceriera. Così ho pensato... che la neve che cade sulla terra la aiuta a crescere - paradossalmente - la riscalda e la protegge, preservandola per la primavera che vedrà schiudersi i semi... La città invece ha già il suo strato che la "protegge": l'asfalto... un'asfalto che separa dalla terra, dalle emozioni vive. Ed ho anche pensato... se la primavera arriva quando questo strato si scioglie,
quando sarà mai la primavera della città?
Ed io, che mi pensavo tanto cittadino ed anche un po' frivolo, mi sono accorto che ho voglia di cose reali, e che comincio a respirare più pienamente in altri ambienti, come il mare o la collina - o anche il parco cittadino,
dove almeno quando poggio il piede per camminare, la terra mi risponde appiattendosi lievemente.

Wednesday, December 14, 2005

L'emotività e il rapporto con gli altri

Sono spesso combattuto tra l'amore e l'odio per la mia emotività... non sono una persona esageratamente timida, anzi!, però mi basta molto poco per essere buttato giù, magari anche una frase scortese di un impiegato delle poste!
Sono convinto che tutti indossiamo una corazza nelle relazioni interpersonali. Se fossimo davvero "nudi" davanti agli altri, ne moriremmo immediatamente, specie con gli estranei o nel lavoro: i rapporti sono troppo algidi perchè davvero ci possano fare del bene. Diverso il discorso con le persone che amiamo: in questo caso è opportuno invece che ci "denudiamo", altrimenti il rapporto non sarebbe basato sulla sincerità e sull'immediatezza.
Ebbene, purtroppo mi accorgo invece di non avere abbastanza "corazza" in casi in cui servirebbe davvero. E così ne pago le conseguenze con il cattivo umore o un'ansia sottile che fatica a sparire fino alla mattina seguente.
D'altra parte, questa emotività a volte esagerata, mi dà tantissima gioia nelle relazioni affettive... e difficilmente ci rinuncerei.

Insomma, non si può mai avere tutto.

Thursday, December 08, 2005

Un ecosistema in miniatura

Quest'anno, come regalo di compleanno, ho pensato di portarmi a casa... la vita...!
Nel senso che ho acquistato, dopo circa un mese di riflessione, visto il prezzo non proprio irrilevante, un microecosistema Beachworld (www.beachworld.it). Si tratta di una boccia, di un mini-acquario chiuso ermeticamente, al cui interno il ciclo vitale si rigenera autonomamente grazie alla luce e ai processi di fotosintesi. Decisamente affascinante sotto tantissimi punti di vista...
Ovviamente, l'aspetto più divertente di Beachworld è l'osservazione degli esseri viventi che lo popolano, a partire dai 6 gamberetti rossi del pacifico che perdono il proprio colore appena vengono spaventati o disturbati... ma anche la lumachina (davvero minuscola) che si arrampica sulle pareti della boccia, o i vermicelli acquatici (ancora più piccoli) che si riescono ad individuare soltanto con pazienza e attenzione... (ecco delle foto, non proprio chiare perchè senza flash: foto1, foto2)
I gamberetti dovrebbero vivere almeno 3 anni, anche se dicono di casi in cui ne son vissuti ben 10!!
In ogni caso, averli ora a casa è davvero piacevole... quando mi metto ad osservare la boccia potrei starci anche decine di minuti senza mai stancarmi. In qualche modo mi pone di fronte ad un mondo diverso, che esiste grazie a me ma che non posso toccare o prendere...
Tutto ciò mi ricorda un capitolo di "Avere o essere" di Erich Fromm in cui si parla della differenza tra il poeta orientale (che prova piacere nel guardare la vita e seguire lo spirito del tempo che passa) e il poeta romantico (che invece vuole strappare il fiore, vuole impossessarsi della vita).
Con il mio ecosistema io sono un po' nel mezzo... l'acquario è MIO e lo sento mio, ma allo stesso tempo io non posso far altro che fornirgli la luce necessaria e osservarlo vivere pacificamente la sua vita - ma sempre al di là del vetro trasparente.